Mentre pone fine alla propria dipendenza dal gas naturale russo, l'Europa vuole adesso che l'energia solare diventi la principale fonte di elettricità della regione entro il 2030. La sfida, tuttavia, sarà raggiungere questo obiettivo senza creare una dipendenza energetica dalla Cina.

Le aziende cinesi controllano a oggi oltre l'80% della filiera solare mondiale, dominando la produzione dei pannelli fotovoltaici e dei loro componenti. Rompere tale dipendenza quasi totale dalla Cina è diventata una massima priorità per l'Unione Europea mentre cerca di ridurre le emissioni di gas serra e colmare il vuoto lasciato dalla rottura con i combustibili fossili russi in scia all'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca.

"Dobbiamo evitare di entrare in una nuova forma di dipendenza", ha dichiarato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, riferendosi alla Cina. "Ciò che manca, e ciò di cui abbiamo bisogno, è più produzione nei settori chiave del futuro".

Secondo analisti e funzionari, costruire una valida industria dei pannelli solari in Europa non sarà facile. Le fabbriche europee si troveranno infatti a competere con i produttori cinesi che, da un lato, sono sovvenzionati da Pechino, e dall'altro sono in grado di battere i nuovi concorrenti tagliando i prezzi.

In quest'ottica, il continente sta scommettendo sulla realizzazione di progetti a livello nazionale, come la gigantesca fabbrica di pannelli solari di proprietà di Enel in Sicilia. Questa settimana, Enel ha fornito i dettagli su un piano per aumentare la capacità dell'impianto entro la metà del 2024 e produrre abbastanza pannelli solari all'anno per generare 3 gigawatt di elettricità, rispetto ai 200 megawatt attuali. Una capacità che renderebbe il sito il più grande impianto di pannelli solari d'Europa.

Tuttavia, Enel e altri produttori solari europei fanno ancora affidamento in modo schiacciante sui wafer in silicio e altre componenti fabbricate in Cina per assemblare i loro pannelli.

L'Unione Europea ha importato dalla Cina 17,5 miliardi di euro, pari a circa 18,75 miliardi di dollari, di componenti e apparecchiature per l'energia solare durante i primi 10 mesi dello scorso anno, coprendo il 95% delle sue importazioni totali legate al solare.

Enel sta già adottando misure per ridurre la dipendenza dalla Cina stringendo nuove partnership con fornitori in Europa e Nord America, ha affermato Eliano Russo, che dirige la fabbrica di pannelli solari 3Sun dell'azienda in Sicilia, aggiungendo che "dobbiamo ricostruire un ecosistema di partner per ricollocare la filiera con l'obiettivo di accelerare la decarbonizzazione senza compromettere la nostra indipendenza energetica".

L'Ue vuole che le fonti rinnovabili rappresentino il 45% della sua produzione di energia entro il 2030, rispetto al 17% attuale, con i pannelli solari, che sono più facili da installare rispetto alle imponenti turbine eoliche, che diventerebbero la principale fonte di elettricità. Il blocco vuole avere circa 600 gigawatt di capacità solare operativa entro la fine di questo decennio, circa tre volte il livello attuale.

In più, l'Ue sta valutando ulteriori sussidi per incoraggiare la costruzione di nuove fabbriche di pannelli solari e l'espansione degli impianti esistenti, con la Commissione europea che presenterà proposte per consentire maggiori sovvenzioni per la capacità solare e di altre energie rinnovabili in Europa. Bisognerà capire, tuttavia, se l'Europa sarà disposta a spendere abbastanza per consentire ai produttori locali di competere con la Cina.

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February 10, 2023 10:51 ET (15:51 GMT)

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