Ue: non solo Qatargate (Mi.Fi)
December 19 2022 - 2:54AM
MF Dow Jones (Italian)
Sono stati gli italiani (con Webuild) a costruire lo stadio Al
Bayt, palcoscenico della cerimonia d'apertura dei mondiali di
calcio in Qatar e sempre gli italiani (ancora con Webuild) hanno
realizzato una nuova linea metropolitana a Doha (Red Line North).
Italiani sono anche i poliziotti che si stanno occupando della
sicurezza del Paese mediorientale per prevenire attacchi
terroristici durante lo svolgimento delle partite grazie a un
accordo - l'operazione Orice - tra le forze di polizia italiane e
le autorità qatarine che era stato sottoscritto all'inizio del
2021.
Un legame, quello tra l'Italia e il Qatar, scrive Milano
Finanza, scosso ora dallo scandalo Qatargate che sta terremotando
le istituzioni europee e alcuni partiti, divenuto sempre più
stringente con il passare del tempo, dando vita a «legami forti e
radicati», oltre alla «cooperazioni in campo politico, economico,
commerciali e di investimento» aveva sottolineato l'ambasciatore
italiano Paolo Toschi appena entrato in carica a Doha a fine
novembre scorso, alla vigilia dell'apertura della competizione
sportiva. «L'Italia tifa per il Qatar e per il successo di Fifa
2022», aveva aggiunto. Un'attenzione che i qatarini sembrano
ricambiare apertamente, considerando gli ingenti investimenti che
l'emirato ha fatto in questi anni nel paese. Nulla a che vedere
dunque con le storie di corruzione di questi giorni, visto che si
tratta di investimenti realizzati alla luce del sole. E sono tanti,
con una pioggia di miliardi arrivata da Doha sull'Italia.
Gli investimenti in energia. Si va dagli immobili agli ospedali,
dai cantieri navali all'alta moda, fino all'energia. Settore,
quest' ultimo, che in questo periodo di crisi energetica è
ovviamente particolarmente sensibile. La società Qatar Energy
detiene il 22% di Adriatic Lng, il gestore dell'impianto di
rigassificazione al largo di Porto Viro, tra le province di Ferrara
e Rovigo, la cui capacità è destinata ad aumentare come alternativa
al gas russo e che assicura all'Italia il 12% dei consumi nazionali
destinato. In ballo non c'è solo la partecipazione nella società
che controlla l'impianto: il Qatar continua a rifornire gran parte
del gas liquefatto che viene poi trasformato nel rigassificatore
distribuito nel in Italia. E nell'incrocio tra Qatar e Italia
sull'energia va anche segnalato che Eni (al 25%) è diventato
partner di QatarEnergy (con una quota del 75%) nel più grande
progetto al mondo per la produzione e l'esportazione di gas
naturale liquefatto, il North Field East. Un progetto che
permetterà di aumentare la capacità di esportazione di Gnl del
Qatar, che ha tra le maggiori riserve di gas naturale nel
mondo.
Lo sbarco in Sardegna. Poi ci sono i grandi alberghi e le
strutture turistiche. Qia, il fondo sovrano del Qatar che
amministra più di 400 miliardi di euro, tramite Qatar Holding,
controlla Smeralda holding, proprietaria di quattro hotel extra
lusso in Sardegna, la Marina di Porto Cervo (uno dei più importanti
porti nel Mediterraneo), il Pevero Golf Club, il Cantiere Navale, e
spazi commerciali, uffici, appartamenti, bar, ristoranti, con 2.300
ettari di terreni sulla costa. L'accoglienza a braccia aperte dei
qatarini sull'isola risale al 2012, quando l'allora governatore
della Sardegna, Ugo Cappellacci, con Mario Monti presidente del
Consiglio, aveva annunciato un maxi piano di investimenti da parte
di Doha da un miliardo. Qualche anno dopo, nel 2015, questa volta
con Matteo Renzi premier, è arrivata l'apertura dell'ospedale Mater
Olbia, una partnership fra Qatar Foundation Endowment e Fondazione
Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
All'inaugurazione prese parte Renzi insieme all'emiro Tamim bin
Hamad Al Thani, avviando un centro medico di eccellenza per i bimbi
del Mediterraneo ma che finora si è rivelato anche fonte di
perdite, con la Regione Sardegna chiamata a ripianarle.
Un mattone da sogno. Gli affari del Qatar nel mattone non si
fermano però in Sardegna. A Milano l'Emirato possiede l'intera area
di Porta Nuova, zona centrale del capoluogo lombardo, dove hanno
sede anche la torre di Unicredit e il bosco verticale di Stefano
Boeri. Un quartiere che è stato trasformato nelle fondamenta dalla
Coima di Manfredi Catella. La Qatar Investment Authority (Qia), che
già dal 2013 possedeva il 40% del progetto di Milano Porta Nuova,
nel 2015 ha deciso di salire al 100% del capitale per un
investimento stimato in circa 2 miliardi di euro. Poi ad aprile di
quest' anno la Qia, attraverso Evergreen, società per azioni
italiana, che fa capo per il 97% a Qatar Holding, ha lanciato
un'opa sulla totalità delle azioni ordinarie di Coima Res Siiq,
facendo di Coima, «i nostri occhi e le nostre orecchie sul Paese»,
come aveva raccontato Ahmed Al-Hammadi, responsabile degli
investimenti della Qatar Investment Authority, in un'intervista.
Sempre a Milano i qatarini controllano l'Excelsior Gallia storico
palcoscenico del calcio-mercato in Italia, inaugurato nel 1932 e
neppure Roma è stata trascurata. Gli arabi hanno comprato due dei
più belli alberghi della città: il St Regis, l'hotel della star
della capitale, a due passi da Piazza della Repubblica e
l'Excelsior, in Via Veneto, rilevato nel 2015 per 222 milioni. Gli
investimenti tricolore negli hotel di lusso degli arabi comprendo
poi anche il Four Season e il Baglioni di Firenze, oltre al Gritti
Palace di Venezia. Palazzo un tempo residenza privata del potente
doge Andrea Gritti e da fine '800 trasformato in hotel dove hanno
soggiornato personalità come Ernest Hemingway, Peggy Guggenheim o
Paul Newman.
Da Valentino a Moschino. Alberghi e strutture da sogno, ma anche
alta moda italiana. Nel 2012 attraverso Mayhoola for Investment, il
Qatar ha comprato la maison Valentino. In quel caso l'investimento
è stato di 700 milioni di euro e nel 2014, con lo stesso fondo, gli
arabi hanno rilevato anche il 100% dell'azienda vicentina Forall a
cui fa capo Pal Zileri e che gestisce anche i marchi Moschino e
Cerutti 1881.
alu
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December 19, 2022 02:39 ET (07:39 GMT)
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