Economia: le pagelle dell'energia (Mi.Fi.)
December 06 2021 - 4:24AM
MF Dow Jones (Italian)
Nemmeno il tempo di riprendere fiato da un 2020 zavorrato dalla
pandemia: gli operatori italiani dell'energia si sentono di nuovo
sotto esame. Quasi tutti dopo i lockdown e il crollo dei consumi
hanno guardato al 2021 come all'anno della ripresa, premessa per
l'inevitabile transizione energetica, agevolata dai fondi del
Pnrr-Next Generation Eu e dal Piano nazionale per gli investimenti
complementari. Poi sul mercato si sono abbattute le tensioni dovute
ai prezzi delle commodity, schizzati verso l'alto fino a far
evocare il rischio di un blackout europeo, ipotesi che poggia sulle
previsioni di un inverno rigido e sull'esiguità degli stoccaggi
(l'Italia invero fa eccezione con un riempimento all'80%). Ora,
scrive Milano Finanza, si attendono le nuove misure contro il
caro-bollette allo studio del governo, dopo che nel Consiglio dei
ministri di venerdì 3 dicembre è saltato il contributo di
solidarietà per i redditi sopra i 75 mila euro. E si aspetta anche
la scadenza del 14 dicembre, quando Bruxelles adotterà il pacchetto
di interventi che includerà la revisione del regolamento sulla
sicurezza degli approvvigionamenti gas.
Ma intanto come sono arrivati i big italiani dell'energia alla
ripartenza del 2021 e quanto sono rimasti solidi per affrontare le
incognite di oggi dopo essere passati per i mesi più duri della
pandemia? Le 17 quotate dell'energia si dividono una
capitalizzazione di circa 170 miliardi di euro, il 28,3% del valore
di tutte le quotate di Piazza Affari. Solo l' Enel di Francesco
Starace e l' Eni di Claudio Descalzi mettono insieme una
capitalizzazione di oltre 117 miliardi di euro: 73 miliardi la
prima, 44,3 miliardi la seconda. Seguono nel FtseMib Snam, Terna,
A2A, Hera, Italgas e via dicendo (si veda tabella). A scorrere i
dati del Rapporto appena pubblicato dal Centro Studi CoMar, nel
raffronto 2019-2020 il fatturato del settore ha perso il 24,6% a
218,8 miliardi di euro; il risultato netto è sceso a -2,5 miliardi
di euro da un utile di 6,5 miliardi; il margine operativo netto si
è fermato a 16 miliardi (- 38,7%) e di conseguenza il rapporto tra
margine operativo netto e fatturato è sceso dal 9 al 7,3%. I
debiti, infine, sono cresciuti del 4% a 168 miliardi. Guardando ai
dati complessivi, l'unico parametro positivo è stato il
mantenimento dei livelli occupazionali, che hanno persino segnato
un incremento dello 0,2% a quota 185 mila addetti.
red/lab
MF-DJ NEWS
0610:07 dic 2021
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December 06, 2021 04:09 ET (09:09 GMT)
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