Archiviata la stagione, l'anno 2016, dello shopping (Rcs Libri e Banzai Media) e della definitiva ristrutturazione, con il ritorno all'utile, Mondadori è pronta alla fase-due: lo sviluppo industriale, in Italia e all'estero, in particolare in Francia. Un percorso che passerà per la crescita per linee interne, con il consolidamento dei settori editoriali e digitali, ma anche con altre, possibili acquisizioni mirate, magari oltreconfine. Ma soprattutto il 2017, inteso come bilancio d'esercizio, registrerà con ogni probabilità il ritorno alla remunerazione dei soci, quel dividendo che di fatto manca da 10 anni (se si eccettua la mini-cedola, 0,17 euro, staccata nel maggio 2011).

E' infatti dall'approvazione del documento contabile 2007 che non vengono destinate risorse agli azionisti. Ora pare possa essere previsto già alla fine di quest'anno. Per dare solidità a questo progetto, che farà soprattutto contenta Fininvest (50,4% del capitale), la parola dividendo potrebbe comparire tra le pieghe del piano industriale che sarà approvato dal consiglio d'amministrazione del 21 marzo, quando saranno approvati i conti del 2016. La cedola, secondo diversi analisti finanziari interpellati da MF-Milano Finanza, è uno degli obiettivi primari dell'amministratore delegato Ernesto Mauri, manager che conosce bene l'azienda, essendo arrivato a Segrate per la prima volta nel 1991.

red/lab

 

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February 06, 2017 02:18 ET (07:18 GMT)

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