di Andrea Montanari - Milanofinanza.it
La notizia del merger tra il Gruppo L'Espresso e la
Itedi controllata da Fca ha un immediato impatto su Rcs
Mediagroup,
essendo la casa automobilistica torinese il primo azionista
della società
editoriale di via Rizzoli con il 16,73%.
E' scontato che l'azienda presieduta da John Elkann e guidata da
Sergio
Marchionne esca dal capitale del gruppo proprietario tra gli
altri dei
quotidiani Il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Uno
scossone
per il mercato e l'intero comparto editoriale, visto che era
stata la
stessa Fca la protagonista, assieme a Mediobanca, del nuovo,
difficile
corso di Rcs dapprima con la salita nel capitale e poi con la
nomina
dell'ex a.d. Pietro Scott Jovane, avvicendato nei mesi corsi da
Laura
Cioli.
Cosa succederà ora per la partecipazione della casa
automobilistica, che
agli attuali valori di mercato di Rcs (297 mln di
capitalizzazione) vale
poco meno di 50 milioni e che attualmente a fair value vale 54
milioni
(bilancio Fca 2015), rispetto agli 81 milioni dell'anno
precedente?
Inizialmente, almeno fino al momento della definizione del deal
con la
società di proprietà della famiglia De Benedetti, la quota verrà
in
qualche modo congelata (o in un trust o rinunciando ai diritti
di voto).
Poi, ossia tra diversi mesi, si lavorerà alla dismissione.
Se inizialmente si ipotizzava una vendita del pacchetto
tout-court a
Urbano Cairo (4,6%), le indiscrezioni di mercato riferiscono di
un
possibile spacchettamento della quota tra tutti gli altri
principali e
storici azionisti: da Mediobanca a Intesa Sanpaolo, da Pirelli a
Diego
Della Valle a Unipol. Ovvio che in questo ragionamento anche
Cairo potrà e
vorrà dire la sua, potendo contare su una robusta dote di cassa
nella
Cairo Communication. Scartata, al momento, l'ipotesi di una
cessione
direttamente sul mercato per evitare un impatto significativo
sul titolo
Rcs.
Ma se questo dovesse essere lo scenario plausibile, c'è chi
sostiene che
il patron del Torino e di La7 possa muoversi in autonomia in
borsa,
rastrellando importanti pacchetti azionari e arrotondando al
rialzo la
partecipazione, magari portandola alla soglia del 10%.
C'è poi un altro scenario, secondo fonti attendibili
interpellate da
www.milanofinanza.it. Ossia l'ingresso in scena di un nuovo
player,
quell'Andrea Bonomi che già in passato era stato in cda Rcs e
che era
accostato all'azionario del gruppo di via Rizzoli. Un suo
coinvolgimento,
con una quota importante, sarebbe ben visto da più parti, almeno
secondo
rumors circolati questa mattina nelle sale operative
milanesi.
E in questo possibile sviluppo futuro c'è chi sostiene che i
grandi soci
di Rcs possano finalmente decidere di dare il via libera
all'aumento di
capitale da 200 milioni che per ora viene scongiurato dai
vertici
societari. Anche perché nessuno azionista sarebbe pronto a
sottoscriverlo
a queste condizioni. Ovviamente, però, l'entrata in scena di
Bonomi
spariglierebbe le carte in tavola e garantirebbe capitali
fondamentali per
il rilancio della casa editrice, che sta definendo la cessione
di Rcs
Libri a Mondadori per 127,5 milioni e della spagnola Veo Tv per
50-60
milioni.
Se venisse lanciata la ricapitalizzazione, fanno notare alcuni
analisti,
finalmente Rcs vedrebbe significativamente abbattuto il proprio
debito che
scenderebbe così alla sostenibile soglia dei 250-280
milioni.
red
(END) Dow Jones Newswires
March 02, 2016 09:10 ET (14:10 GMT)
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