di Andrea Montanari - Milanofinanza.it
Ci sono 470 posti di lavoro a rischio in Rcs Mediagroup su un
totale di poco più di 4 mila. E' questa la taglia (potenziale)
degli esuberi che il consiglio d'amministrazione del gruppo di via
Rizzoli potrebbe definire nel nuovo piano industriale in fase di
elaborazione da parte dell'amministratore delegato Pietro Scott
Jovane.
La cifra, pari all'11% dell'intero organico è emersa negli
incontri odierni tra l'azienda e i rappresentati sindacali delle
varie categorie di lavoratori, quindi anche dei quotidiani Corriere
della Sera e Gazzetta dello Sport. Si tratta di un intervento
importante sulla forza lavoro che però riguarderà tutte le aree
d'attività e tutte le divisioni a partire dalle funzioni Corporate
dove oggi sono occupate 564 persone, il 14% del totale.
E' questa la prima stima fatta da Rcs e comunicati ai sindacati
e potrebbe essere passibile di cambiamenti e ridimensionamenti in
corsa, anche perché le assemblee di redazione dei due quotidiani
sono già sul piede di guerra e pronte a dar battaglia attraverso
scioperi e stati d'agitazione. Anche perché, almeno per quel che
riguarda il Corriere della Sera, si obietta la solidità dei conti
della testata e la sua forza sul mercato. Tesi che anche i colleghi
della Gazzetta intendono portare avanti al tavolo delle trattative
con i vertici societari.
Resta il fatto che il business plan ha alzato l'asticella dei
risparmi, portandola da 30 a 50 milioni, e come anticipato ieri da
MF-Milano Finanza gli interventi si concentreranno sui prodotti
editoriali. Al punto che alcuni dei dorsi locali del CorSera
(Brescia, Bergamo e la Puglia) potrebbero essere fortemente
ridimensionati mentre resteranno aperti, seppur dopo un giro di
vite, quelli di Bologna e Firenze, del Trentino e il Corriere del
Mezzogiorno.
Rcs vorrebbe stringere i tempi per la definizione di questi
interventi e partire già dal 1 luglio con il progetto di
taglio-costi che riguarderà gioco-forza anche il personale. Per le
due testate principali è poi in arrivo la solidarietà (sulla
percentuale ancora c'è discussione con i sindacati) e al giornale
di via Solferino si potrebbero definire anche gli ultimi 33
prepensionamenti già inseriti e previsti dal vecchio piano.
Ma la scure potrebbe abbattersi anche sulla Periodici, che oggi
conta di fatto su tre testate di riferimento, Amica, Dove e Oggi, e
sulla divisione educational-bambini del polo Sfera. Se inizialmente
qualcuno ipotizzava un inserimento dei tre storici periodici nella
trattativa per la cessione di Rcs Libri alla Mondadori (valore
oscillante tra i 120 e i 150 milioni), ora pare che le testate
siano escluse da questo perimentro.
E secondo alcune interpretazioni di mercato c'è chi sostiene che
potrebbero subire drastici interventi o addirittura essere chiuse
come già avvenuto per altri periodici con il precedente piano.
Semmai, nella trattativa con il gruppo di Segrate, che nutre dubbi
sul valore complessivo dell'asset Rcs Libri e vorrebbe pagare meno
dei 150 milioni che l'azienda di via Rizzoli vorrebbe incassare,
potrebbe essere inserito il polo rappresentato da Sfera visto che
comunque il business è interessante a differenza di Amica, Dove e
Oggi, che coprono settori editoriali già abbondantemente
presiediati dalle testate della Mondadori, prima casa editrice
italiana non solo nel campo del libri ma anche dei periodici.
La vendita della Libri resta un tema centrale del piano
industriale di Jovane anche perché al momeno non pare così facile
cedere la partecipazione del 44,5% nel gruppo radiofonico Finelco
(Rmc, R105 e Virgin Radio) anche perché la famiglia Hazan che da
sempre gestisce l'attività ha l'opzione di riacquistare la quota in
mano a Rcs. Per questo fino a qualche mese, prima del ritiro
ufficializzato anche da Claudio Sposito, il fondo Clessidra aveva
fatto un'offerta per il 100% di Finelco.
red