È certamente una provincia dell'impero miliardario di casa
Agnelli, ma resta pur sempre una delle partite più delicate,
sensibili e, per certi versi, strategiche. La partecipazione di Fca
(al 16,73%) in Rcs, oggi come oggi, vale per il Lingotto poco più
di 100 milioni. Detto questo visto che comunque la famiglia di
Torino possiede La Stampa e da poco tempo anche il Secolo XIX di
Genova, dopo l'accordo con la famiglia Perrone, ecco che la
questione Rcs assume un ruolo centrale.
Soprattutto per John Elkann, da sempre attento e interessato al
business editoriale (Exor è anche azionista della prestigiosa
testata The Economist). Così, scrive Milano Finanza, in questi
ultimi mesi Elkann ha seguito con attenzione il progetto, poi
riuscito, di Alberto Nagel, a.d. di Mediobanca, di riavvicinare
alcuni dei grandi soci del patto di sindacato mandato in soffitta
due anni fa e dare vita a una lista di maggioranza che possa
controllare (con 6 posti su 9) il nuovo Cda che verrà eletto
dall'assemblea dei soci di giovedì 23 aprile. Percorso che porterà
alla riconferma dell'a.d. Pietro Scott Jovane, fortemente sostenuto
da Fca (ma già preso di mira da Diego Della Valle, Giovanni Bazoli,
presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Urbano
Cairo e la famiglia Rotelli) e alla novità rappresentata dal
prossimo presidente, ovvero Maurizio Costa, per oltre vent'anni in
Mondadori e ora presidente della Fieg, sostenuto da Mr Tod's.
Mentre il socio Pirelli è riuscito a far inserire in lista Gerardo
Braggiotti, al vertice di Banca Leonardo, che tra l'altro vede tra
i suoi grandi azionisti proprio la Exor degli Agnelli.
red/cas