L'esercizio 2018 si è chiuso con un utile netto di 180 milioni, in diminuzione del 12% rispetto all'anno precedente che aveva beneficiato del forte contributo legato all'andamento dei mercati finanziari. Al netto però di queste voci, l'utile netto ricorrente ha mostrato una crescita del 48% a 128 milioni, a dimostrazione dell'efficacia delle molte iniziative messe in atto per aumentare la sostenibilità dei ricavi e l'efficienza operativa.

L'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca Generali, Gian Maria Mossa, ha commentato: "Un risultato molto solido di cui siamo soddisfatti per la forza di tutte quelle vociricorrenti che testimoniano la validità e sostenibilità del nostro modello di business. In un anno contrassegnato dalla forte volatilità dei mercati che ha impattato i ricavi variabili, siamo riusciti non solo ad aumentare le dimensioni delle masse e il perimetro dei clienti, ma anche a gettare le basi per un nuovo slancio nella crescita futura siglando due operazioni straordinarie e sancendo una partnership di grande importanza come quella con Saxo. Abbiamo allargato la gamma d'offerta presentandoci in modo ancor più distintivo e competitivo nelle soluzioni di investimento, lanciato tanti nuovi progetti all'avanguardia, e quasi raddoppiato le dimensioni delle masse sotto consulenza evoluta, raccogliendo crescenti consensi nei servizi di wealth management che ci avvicinano ulteriormente agli imprenditori. Nonostante la prudenza sulla congiuntura globale e le incognite geopolitiche all'orizzonte continuiamo a registrare il dinamismo di una domanda che ci riconosce qualità e professionalità, e per questo siamo fiduciosi di poter continuare a crescere guadagnando quote di mercato nel settore del risparmio".

I risultati 2018 incorporano alcune modifiche legate al periodo di ammortamento degli incentivi ordinari corrisposti ai consulenti sulla base degli obiettivi di raccolta. Tali modifiche hanno prodotto a conto economico un beneficio di 13,6 milioni. Tali benefici sono stati parzialmente bilanciati da oneri straordinari di 8,0 milioni a livello di costi operativi e accantonamenti. Il saldo di queste voci straordinarie, pari a 5,6 milioni, è risultato quindi marginale, nell'ordine del 3% del risultato netto complessivo.

Esaminando nello specifico i dati di bilancio si evince che il margine di intermediazione si è confermato pressoché invariato a 449,4 milioni (-0,1%, -4,6% su basi omogenee). Il margine finanziario è salito del 5,8% a 84,1 milioni, di cui 60 milioni derivanti dal margine d'interesse (-2,4%). Quest'ultimo ha continuato a crescere anche a fronte di un livello di liquidità che ha toccato nuovi picchi (1,5 miliardi al 31/12/2018, di cui 1,0 miliardo depositato in BCE). Il riassorbimento dell'elevata posizione di liquidità è iniziato subito col nuovo anno sebbene mantenendo il tradizionale approccio prudente negli investimenti. Il portafoglio obbligazionario della banca (5,7 miliardi) mantiene infatti una duration complessiva corta pari a 2,0 anni e una maturity di 3,5 anni.

Nel corso del 2019 inoltre scadranno 1,3 miliardi di titoli di Stato italiani generando nuove opportunità di investimento. Positivo il risultato delle commissioni lorde che si sono avvantaggiate della crescita dell'8% delle commissioni di gestione (a 634 milioni), così come del balzo in avanti del 18% delle commissioni bancarie e d'ingresso (a 69 milioni), grazie al successo delle molteplici iniziative nei servizi di diversificazione e protezione dei patrimoni. Le commissioni variabili invece si sono più che dimezzate rispetto all'anno prima, scendendo del 66% a 38,6 milioni, risentendo delle complessità di mercati in cui sono venute meno le tradizionali decorrelazioni tra le diverse assetclass.

I costi operativi sono risultati pari a 196,6 milioni (+4,6%), di cui 7,1 milioni di natura straordinaria per le operazioni di crescita esterna, il trasferimento degli uffici amministrativi a Milano nella avveniristica 'Torre Hadid', lo sviluppo di progetti strategici e i contributi addizionali al Fondi di Risoluzione Nazionale per i pregressi salvataggi bancari. Al netto di queste voci straordinarie, i costi operativi sarebbero risultati pressoché invariati (+0,9%) dimostrando la capacità di sfruttare la leva operativa a fronte di un costante impulso alla crescita dimensionale.

L'efficienza operativa si trova riflessa nella bassa incidenza dei costi sulle masse complessive (34 bps nell'anno; 32 bps al netto dei costi straordinari) così come nel cost/income (41,7% nell'anno;

42,3% al netto delle voci straordinarie).

Nel periodo si sono registrate rettifiche di valore nette per 7,3 milioni (5,4 milioni nel 2017) riferibili perlopiù a rettifiche collettive nella valutazione del portafoglio titoli della banca in base ai nuovi criteri di calcolo introdotti con il nuovo principio contabile IFRS 9. Le rettifiche si riferiscono in particolare al portafoglio di titoli di Stato italiani.

Gli accantonamenti dell'anno si sono attestati a ?25,4 milioni di cui 4,7 milioni di natura straordinaria per la riorganizzazione della rete che porterà ad una riduzione prospettica nella base di costi ricorrenti.

Per quanto riguarda gli indicatori di patrimonio, gli attivi della Banca sono cresciuti in maniera importante per effetto della continua espansione della raccolta retail raggiungendo i 9.736 milioni, +8,3% rispetto al 2017. I depositi da clientela sono aumentati del 18,8% a 8.547 milioni.

Gli indici patrimoniali al 31 dicembre si confermano su livelli di eccellenza nonostante l'esposizione alle dinamiche del debito sovrano: il CET 1 ratio si attesta al 17,5% e il Total Capital ratio al 19,0% con un'eccedenza di capitale rispetto ai requisiti regolamentari pari a 311 milioni.

La solidità degli indici tiene conto della proposta di dividendo di 1,25 euro per azione che il CDA ha deliberato di presentare all'Assemblea degli azionisti convocata per il 18 Aprile p.v. in prima convocazione.

Infine, gli indicatori di liquidità della banca si confermano su livelli molto elevati: LCR-Liquidity Coverage ratio al 393% (dal 414% nel 2017) e il NSFR-Net Stable Funding ratio a 197% (da 207% nel 2017).

com/mcn

 

(END) Dow Jones Newswires

February 07, 2019 07:37 ET (12:37 GMT)

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