Il mondo editoriale trama, briga e s'adopera per tirare le fila
del nuovo direttore del Corriere della Sera, edito da Rcs.
Da più parti, scrive Milano Finanza, si dice che, nonostante in
aprile, in occasione del rinnovo del consiglio d'amministrazione,
uscirà di scena dopo 11 anni di direzione complessiva il
responsabile del Corsera, Ferruccio de Bortoli, tutti i giochi si
faranno solo una volta che Pd, Forza Italia e M5S avranno trovato
la quadra sull'inquilino del Colle. Ecco perché, nonostante da mesi
sia noto che de Bortoli lascerà l'incarico, a tutt'oggi non c'è la
convergenza dei principali azionisti, cioè Fca (16,73%), Diego
Della Valle (7,32%), Intesa Sanpaolo (4,18%), Urbano Cairo (3,67%)
e la famiglia Rotelli (3,37%), sul nome del successore. Soci che
per di più al momento hanno ben altro a cui pensare ovvero i numeri
dell'azienda di via Rizzoli.
Sotto il profilo finanziario di Rcs, lo spettro del secondo
aumento da 200 milioni già approvato, ma che nessuno socio vuole,
potrebbe incombere sul gruppo. Altrimenti toccherà sacrificare
l'argenteria, in particolare la controllata Libri che fa gola a
Mondadori. Al momento, non risulta che le banche abbiamo riaperto
il file-Rcs. Si attenderà il primo riscontro formale, quello del
cda sul preconsuntivo di bilancio che dovrebbe tenersi entro fine
febbraio. Board che sarà preceduto, secondo indiscrezioni, da un
vertice informale tra John Elkann, presidente di Fca, e Giovanni
Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa ,
previsto per la seconda o la terza settimana di febbraio. In
quell'occasione, due trai principali soci dell'azienda dovrebbero
definire anche gli schieramenti in vista dell'assemblea di metà o
fine aprile per il rinnovo del board. Operazione dalla quale
dipenderà tutto: dalle nuove alleanze (il potenziale asse Della
Valle-Cairo-famiglia Rotelli) al futuro del Corsera e della
Gazzetta dello Sport.
red/lab