Il 2015 sarà per molti gruppi industriali italiani l'anno della verità. Complici fattori esogeni (crisi dei consumi, mercati instabili, strategie aggressive dei rivali o, in certi casi, imposizioni politiche), molte importanti aziende del Paese dovranno concentrare gli sforzi sul fronte dell'm&a.

In particolare, spiega Milano Finanza, per il 2015 i dossier più caldi sono quelli di Telecom I., Rcs, Mediaset e la galassia Benetton. Ottenuto, come gli altri gestori autostradali italiani, l'ennesimo incremento delle tariffe per la gallina dalle uova d'oro Atlantia , il gruppo di Ponzano Veneto dovrà impegnarsi nel non facile riposizionamento del business storico, ossia l'abbigliamento, oltre che nella definizione dei processi di aggregazione per World Duty Free , lo spin-off di Autogrill . Per quanto riguarda Benetton Group, dopo l'opa e la tripartizione delle attività, finalizzata alla valorizzazione degli asset immobiliari, la famiglia trevigiana dovrà trovare il bandolo della matassa per mantenersi al passo dei colossi del retail low cost mondiale Zara, Mango e H&M. Spostandosi dal Veneto alla Lombardia, c'è un'altra dinastia chiamata in questa fase a dare un'accelerata su più d'un dossier. Da mesi infatti i Berlusconi sono alle prese con il futuro di Mondadori e Mediaset. Non potendo abbandonare il Milan (nel 2014 perdita di 60-70 milioni, obbligando Fininvest a garantire 100 milioni), Silvio Berlusconi, i suoi 5 figli e i manager di Fininvest dovranno capire come risolvere il rebus di Mediaset Premium.

Per quanto riguarda Telecom I. il primo obiettivo è il consolidamento in Brasile con l'opzione Tim Brasil-Oi, mentre sul fronte italiano, congelato lo scorporo della rete, l'ex monopolista telefonico sta puntando forte su Metroweb per rafforzarsi nella banda larga. Un modo per recuperare la liquidità necessaria c'è: quotare le torri di trasmissione.

Infine nel settore tmt c'è un altro gruppo sotto i riflettori: Rcs Mediagroup . In primavera verrà rinnovato il cda e cambierà il direttore del Corriere della Sera. Il gruppo continua a perdere (per il 2014 si stima un rosso di 100 milioni) e le risorse del primo aumento di capitale (400 milioni) sono già state impegnate. Il management sta lavorando alla digitalizzazione ma i risultati ancora devono arrivare soprattutto con riferimento ai margini, visto che la pubblicità è in flessione, così come i ricavi da edicola

red/lab

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