"Noi ci accingeremo a valutare con rigore la fusione tra

"Stampa" e "Gruppo Espresso", così come nelle settimane passate

l'Antitrust ha esaminato, e condizionato all'adozione di determinate

misure, l'operazione Mondadori-Rizzoli nel settore librario".

Lo ha detto il presidente dell'Autorita' di garanzie nelle

comunicazioni, Angelo M. Cardani, nell'intervista pubblicata sul numero di

giugno del trimestrale Nuova Antologia, in merito all'annunciata fusione

tra "Repubblica" e "Stampa" che testimonia la "volontà di non stare

fermi".

Secondo Cardani, "bisogna guardare con attenzione, ma mai con sospetto

ai processi di concentrazione. Rispondono a logiche economiche e di

mercato in un contesto planetario sempre più globalizzato, dove la

dimensione e le economie di scala sono funzione di ricerca di efficienza e

razionalizzazione. Ciò è tanto più vero in quei mercati, come il comparto

editoriale, che soffrono di un perdurante stato di crisi di ricavi e di

vendite, ed in cui operano imprese di cui è in discussione la stessa

sopravvivenza nel medio periodo", ha spiegato. "Naturalmente i mercati

della comunicazione non sono mercati come gli altri. La rivoluzione

digitale Vendere giornali o produrre televisione non è la stessa cosa che

commercializzare abiti o cosmetici. Se entrano in gioco principi

costituzionali come il pluralismo dell'informazione, è chiaro che le

cautele del regolatore si moltiplicano".

D'altra parte, ha proseguito, "il nostro ordinamento ha molti strumenti

per intervenire sulle concentrazioni lesive del pluralismo o della

concorrenza. Non sempre sono strumenti adeguati a un sistema in continua e

tumultuosa trasformazione", ha lamentato il presidente dell'Agcom che da

tempo ha segnalato a Governo e Parlamento "l'esigenza di intervenire sul

presidio contro le concentrazioni stabilito da una legge del 1981 nel

settore dell'editoria quotidiana, ancorato ad un parametro obsoleto ed

inefficace, quale quello delle tirature. Ma nel complesso - ha assicurato

Cardani - abbiamo i mezzi per vigilare ed intervenire con tempestività ed

efficacia. Il punto è di avere un soggetto pubblico, portatore e garante

di interessi generali, in grado di valutare gli effetti di quelle

concentrazioni sotto i diversi possibili profili (rischi per la

concorrenza, rischi per il pluralismo), e di adottare le misure necessarie

a scongiurare tali rischi. In Italia questo presidio è assicurato - sulla

base delle rispettive competenze - dall'Autorità

garante per la concorrenza e il mercato e dall'Agcom", ha concluso.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

June 14, 2016 09:16 ET (13:16 GMT)

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