Rcs: c'e' chi gioca al rialzo (Mi.Fi.)

Conviene aderire all'offerta pubblica di scambio lanciata venerdì 8 aprile dalla Cairo Communication su Rcs Mediagroup ? Se si dovessero ascoltare le parole delle principali banche esposte con il gruppo editoriale, ovvero Intesa Sanpaolo (Banca Imi è anche advisor dell'ops), Ubi Banca e Bpm , non ci sono dubbi.

Il progetto è valido, scrive Milano Finanza, ha portata industriale e finalmente mette un editore puro a capo della società che gestisce il principale quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, ancora oggi vero centro di potere politico-economico. Ma c'è anche una consistente fetta di businessmen (di settore) a sostenere la causa del patron del Torino Calcio e di La7: da Ernesto Mauri, ad di Mondadori (che giovedì 14 ha perfezionato l'acquisto di Rcs Libri per 127 milioni che ha evitato alla Rizzoli un aumento di capitale da 200 milioni) a Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset ; da Vincenzo Boccia, neo presidente di Confindustria a Emma Marcegaglia, numero 1 di Eni , past president dell'associazione di via dell'Astronomia e azionista dell'omonimo gruppo siderurgico. E anche il banchiere d'affari Gianni Tamburi (socio di Fca , Ferrari , Eataly, Hugo Boss, Prysmian , Moncler ) ha dato il suo consenso. Ma perché c'è questo fronte compatto a favore dell'ops che assegna un valore di 0,527 euro (al netto del dividendo di 0,2 euro che distribuirà la Cairo Communication) a ogni azione Rcs in un'operazione che prevede lo scambio di 1 azione del gruppo di via Rizzoli a fronte di 0,12 titoli della società fondata da Cairo? Perché la società guidata dall'ad Laura Cioli continua a essere in profondo rosso (175 milioni la perdita del 2015 che porta il saldo dal 2010 a 1,3 miliardi) e non riesce ad abbattere il debito: 487 milioni.

red

(END) Dow Jones Newswires

April 18, 2016 02:17 ET (06:17 GMT)

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