Nei giorni scorsi la Grecia ha collocato titoli di Stato a un anno per quasi 1 miliardo di euro offrendo un rendimento pari a zero rispetto allo 0,25% dell'asta di giugno. È soltanto l'ultimo esempio degli effetti delle misure espansive delle banche centrali.

Tassi bassi e politiche monetarie molto accomodanti, come quelle messe in campo negli ultimi mesi dalle banche centrali, dovrebbero servire a riavviare l'economia globale di fronte ai pesanti effetti della pandemia. Ma per il risparmio provocano non poche distorsioni. Investire in queste condizioni diventa sempre più complicato. E questa situazione, unita alle difficoltà di molte famiglie di fronte alla crisi economica, spiega il motivo per cui la liquidità parcheggiata sui depositi bancari sia sui massimi, con una forte crescita durante il lockdown.

Secondo gli ultimi dati Abi di fine giugno ci sono oltre 1.630 miliardi nei forzieri delle banche italiane, circa un terzo delle attività finanziarie totali delle famiglie, importo cresciuto molto nei mesi del coronavirus (+60 miliardi tra febbraio e maggio) anche per le misure di sostegno nell'emergenza sanitaria come il posticipo delle tasse o la moratoria sui mutui. A ciò si aggiungono i disinvestimenti: si stima che nei mesi di febbraio, marzo e aprile le famiglie abbiano ritirato dal risparmio gestito oltre 7 miliardi, anche questi in gran parte confluiti sui conti.

«Il lockdown ha attivato un meccanismo di congelamento delle spese degli italiani che, per propria volontà o a causa delle restrizioni vigenti, ha aumentato la concentrazione di denaro sul conto. Senza tuttavia dimenticare, purtroppo, i lavoratori in difficoltà che hanno dovuto intaccare il proprio tesoretto per superare il momento di crisi», commenta Maria Cristina Pintor, responsabile partnership del gruppo MutuiOnline che tramite ConfrontaConti ha un osservatorio sui conti correnti. Secondo l'ultima analisi (dati a fine agosto 2020) «nei mesi del lockdown l'importo medio depositato era di oltre 18 mila euro, un record assoluto, che ha poi lasciato il campo ai 16.700 euro registrati di recente che, seppur mantenendo un livello molto alto, segnalano un'erosione e quindi un timido ritorno alle abitudini di vita precedenti, ma testimoniano anche aziende in difficoltà, perdita di posti di lavoro e un consistente ricorso alla Cig», aggiunge Pintor.

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

September 14, 2020 02:30 ET (06:30 GMT)

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