Prelios: cerca 1,4 miliardi di dote (MF)
October 12 2022 - 2:39AM
MF Dow Jones (Italian)
Mentre i nomi di Fabrizio Palenzona e di Gaetano Miccichè,
rispettivamente presidente e vicepresidente di Prelios, circolano
per la presidenza di Fondazione Crt e di Tim, il primo e il secondo
come profilo tecnico al Tesoro o al Mise per il futuro governo
Meloni, iniziano a emergere le prime valutazioni sulla società
milanese di gestione del risparmio immobiliare controllata al 100%
da Davidson Kemper Capital Management e guidata da Riccardo
Serrini.
Come rivelato da MF-Milano Finanza il 24 settembre, il fondo di
private equity americano ha appena conferito a Goldman Sachs un
mandato per la valorizzazione dell'asset per cui la proprietà,
secondo alcune fonti finanziarie, chiede circa 1,4 miliardi di
euro. Si tratta di una cifra che è maggiore rispetto alla base di
trattativa fra Davidson Kemper e doValue per la cessione di Prelios
saltata poi prima dell'estate. Già, perché secondo quanto risulta
non ci sono stati infatti in passato soltanto i contatti con
Intrum, Tinexta e Banca Progetto: anche il servicer guidato da
Andrea Mangoni e quotato sul segmento Euronext Star Milan di Piazza
Affari aveva infatti messo gli occhi su Prelios. Prima dell'estate
gli americani e doValue sono stati impegnati in una lungo negoziato
sfociato in un nulla di fatto senza la presentazione di offerte
effettive. Il motivo? Valutazioni troppo distanti fra venditore e
compratore.
Secondo quanto riferiscono le fonti, gli americani volevano un
miliardo di euro, mentre il servicer di Mangoni era disposto a
mettere sul tavolo fra 650 e 680 milioni. Fra i fattori che hanno
reso difficile la vendita, per cui Prelios aveva arruolato come
advisor Jp Morgan, vengono indicate anche le clausole di change of
control in capo ai contratti di acquisto di crediti deteriorati da
Intesa Sanpaolo e Unicredit, tra i principali accordi in
portafoglio siglati da Prelios.
Ora il dossier è in mano a Goldman Sachs che solleciterà i
principali investitori strategici e finanziari internazionali,
anche se secondo le fonti dato il momento di mercato è molto
improbabile che un altro fondo di private equity possa subentrare.
Oltre al contesto non favorevole in generale per il m&a, il
business degli npl e degli utp sconta anche costi difficili da
quantificare per i rincari energetici e delle materie prime. In
più, il quadro rialzista dei tassi d'interesse non incentiva
operazioni di acquisto spesso effettuate a debito. DK è entrato nel
capitale di Prelios nel 2017, dopo un accordo con il nocciolo duro
di azionisti composto allora da Pirelli, Intesa Sanpaolo, Unicredit
e Fenice. Ora, al termine di un turnaround e di un ritorno a una
redditività crescente che ha portato in cinque anni il gruppo a
salire da 300 a circa 750 dipendenti, l'investimento è pronto per
essere valorizzato.
red
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MF-DJ NEWS
1208:23 ott 2022
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