Nonostante le carenze del sistema Paese, l'Italia non solo e'
una delle 5 economie del mondo che vanta un surplus con l'estero
per i manufatti non alimentari, ma nei 14 settori in cui si puo'
suddividere il commercio mondiale e' seconda solo alla Germania per
competitivita' nel commercio estero.
E' quanto rileva un'analisi condotta dall'Osservatorio
Gea-Fondazione Edison. Cercare sbocchi commerciali oltre confine
rappresenta quindi la strada che le Pmi italiane dovrebbero
percorrere, in uno scenario ancora caratterizzato da consumi
interni bloccati e deboli prospettive di crescita, per cercare di
sottrarsi alla crisi.
La disamina dell'Osservatorio si e' concentrata sui mercati piu' importanti per l'Italia: i Trec (Turchia, Russia, Emirati Arabi Uniti e Cina), i Next 11 italiani (Brasile, Hong Kong, Arabia Saudita, Messico, Algeria, Corea del Sud, India, Tunisia, Egitto, Libia e Israele) e i Future 22 (Singapore, Sudafrica, Ucraina, Thailandia, Iran, Marocco, Albania, Serbia, Libano, Indonesia, Venezuela, Malaysia, Qatar, Argentina, Taiwan, Cile, Nigeria, Kuwait, Kazakistan, Giordania, Colombia, Iraq), ossia i Paesi emergenti di media dimensione che mostrano uno sviluppo particolarmente dinamico con tassi di crescita interessanti per il nostro export.
Ne e' emerso che nel 2012 i Bric, per l'export italiano, hanno
rappresentato 27,3 miliardi di euro e i Next 11 hanno registrato la
cifra comparabile di 25,9 miliardi. Ma i dati piu' interessanti
sono rappresentati dalle esportazioni italiane verso i Trec che
hanno registrato 35,1 mld e quelle verso i Next 11 (38,3 mld),
mentre 25,2 miliardi di euro e' il valore verso i Future-22. Un
totale di 98,6 miliardi di euro.
Lo stesso Trade Performance Index stilato da Wto Unctad
evidenzia che l'Italia e' seconda solo alla Germania per
competitivita' nel commercio estero ed e' prima al mondo nei
settori tessile, abbigliamento, pelli-calzature e seconda in
meccanica non elettronica, manufatti di base e altri prodotti
manufatti. Risulta inoltre sesta nei prodotti alimentari
trasformati. In queste 7 categorie di prodotti, nel 2011 ha
registrato un export complessivo pari a 309 miliardi di usd e un
surplus di 116 mld.
"I dati elaborati dall'Osservatorio evidenziano come nel 2011
l'Italia si trovi, per quanto attiene alla competitivita' delle
imprese, tra i primi paesi del G20, con 923 prodotti in cui occupa
posizioni di primo piano nel surplus commerciale con l'estero", ha
spiegato Marco Fortis, Vicepresidente di F.Edison. "Di questi, i
prodotti in cui il nostro Paese e' il 1ø al mondo per attivo con
l'estero sono ben 239; 334 sono quelli in cui e' in seconda
posizione e 350 quelli in cui e' al terzo posto. Il tutto per un
valore complessivo pari a 173 miliardi di dollari di surplus
commerciale relativo ai 923 prodotti di eccellenza del made in
Italy individuati".
"Il tessuto imprenditoriale diffuso tipico dell'Italia e' un
valore per il nostro Paese" aggiunge Carlo Marinoni, Senior Partner
di Gea. "Non dobbiamo dimenticarci infatti che il 17,2% del Pil
italiano proviene per buona parte dalle 675.000 imprese guidate da
under 35, che sono cresciute di oltre il 10% dall'anno scorso a
quest'anno. Numeri che sono la prova che "di fronte alla
disorganizzazione diffusa siamo riusciti a sviluppare un'autonomia
senza pari, grazie alla disciplina e all'entusiasmo della rete
imprenditoriale sul territorio". com/ofb