ROMA (MF-NW)--Le due offerte di Kkr e Tesoro per la rete Tim e Sparkle, comprese anche componenti meno facilmente valutabili a primo impatto e diversi earn out, varrebbero complessivamente tra i 24 e i 25 miliardi di euro. La cifra, che rappresenterebbe un ritocco importante visti i 23 miliardi da sempre indicati come quella di riferimento, emerge da importanti fonti della maggioranza, da sempre molto attenta al destino della rete. Un dossier su cui l'attenzione del governo guidato da Giorgia Meloni è massima, come dimostrato anche dalle parole del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in occasione della conferenza stampa di presentazione della manovra che ha ribadito che l'esecutivo «non si tira indietro».

MF-Milano Finanza scrive che la palla ora è nel campo del cda di Tim. Dalla prima scadenza fissata all'8 novembre emerge chiaramente come la volontà degli offerenti sia quella di accelerare in direzione delle firme, con la speranza di riuscire a chiudere entro Natale anche in caso di passaggio in assemblea. La data del cda non è ancora definita, ma la settimana in cui è probabile venga convocato in doppia seduta straordinaria è quella dal 30 ottobre al 5 novembre. Vivendi, al momento, rimane alla finestra. Il valore tra 24 e 25 miliardi - che comprende anche Sparkle, per cui si parla di una valutazione complessiva intorno ai 750 milioni - sarebbe composta da una cifra, tra equity e debito, tra 20 e 21 miliardi di euro. Qualcuno evidenzia come, utilizzando anche una parte dell'equity ricevuto per abbattere il debito rimanente alla ServiceCo, si potrebbe ridurre l'ammontare totale del debito ora in carico a Tim di circa 16 miliardi. Andrebbero poi aggiunti anche i 2/3 miliardi di earn out, la cui condizione principale per essere ottenuti è la fusione con Open Fiber per la creazione della rete unica.

Il restante valore deriverebbe da voci più difficilmente quantificabili in modo immediato. Si parla, ad esempio, di garanzie ulteriori per la sostenibilità della ServicoCo come una maggiore quantità di personale che rimarrà in carico a Netco (oltre 21 mila), forse grazie anche a fondi da destinare alle uscite, e un master service agreement, il contratto di servizio, a condizioni vantaggiose per la società dei servizi.

Ieri il titolo è rimbalzato dopo il crollo di oltre il 6% nella seduta del 16 ottobre. A Piazza Affari Tim ha guadagnato il 3,69%, tornando a chiudere più vicina ai 27 che ai 26 centesimi. Ma il tonfo di lunedì ha fatto rumore e i piccoli azionisti, insieme ad associazioni di difesa dei consumatori, hanno presentato un esposto alla Consob. I soci lamenterebbero che l'omissione di comunicazioni ufficiali sulle cifre e la fuga di notizie sull'offerta vincolante hanno provocato un crollo del valore del titolo. L'obiettivo dei piccoli azionisti sarebbe la divulgazione dei contenuti dell'offerta in modo che il mercato possa valutarla liberamente.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

October 18, 2023 02:13 ET (06:13 GMT)

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