Dagli stress test bancari nessun rischio sistemico in Europa e neppure in Italia.

E' quanto evidenza l'Aiaf - Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari - commentando l'esito dei test condotti dalla Bce sul sistema bancario europeo reso noto ieri.

"I risultati complessivi dei test - commenta l'Aiaf - fanno emergere lo scarso impatto sistemico di un eventuale scenario avverso, sia per l'area euro che per l'Italia. Il superamento del test da parte di tutte le più grandi banche europee e italiane rassicura sulla solidità del sistema bancario, nonostante le ulteriori necessità di rafforzamento patrimoniale in Italia da parte di Banca Mps e, in misura molto più modesta, anche di Carige. Lo scenario estremamente penalizzante ipotizzato per i titoli di Stato ha senz'altro condizionato l'esito degli stress test in Italia, dove il sistema bancario non ha goduto del supporto pubblico determinatosi in altri Paesi. La serie storica dei dati sugli spread è sfavorevole per l'Italia, ma ad esempio non per la Francia che presenta oggi rischi per la finanza pubblica probabilmente superiori a quelli del nostro Paese. La Germania e i Paesi nordici sono sostanzialmente rimasti immuni (ma la Germania ha ottenuto l'esclusione delle banche regionali dallo stress test ed è peraltro anch'essa intervenuta a sostegno delle proprie banche con fondi pubblici per centinaia di miliardi di euro) e la Spagna aveva da tempo avviato il risanamento del settore, anche grazie agli aiuti europei (per circa 40 mld di euro, anche se utilizzati solo in parte)".

"In ogni caso - aggiunge l'Aiaf - la pubblicazione dei risultati dopo più di un anno di lavoro spazza via quell'incertezza che ha accompagnato le scelte di investimento nei mesi scorsi e apre la strada a una possibile ondata di consolidamenti, che potrebbe essere favorita anche da valutazioni in alcuni casi attraenti. Anche se la reazione dei mercati finanziari è stata nell'immediato mista, con una forte volatilità e sia sui listini azionari che sui titoli di stato, l'impatto di medio periodo dovrebbe essere positivo e potrebbe effettivamente contribuire a rendere gli investitori più fiduciosi sulla possibilità di valutare in maniera congrua i rischi e le prospettive di crescita e redditività delle diverse banche europee".

"Se si esclude l'esito riguardante Banca Mps, per la quale le soluzioni per la copertura della carenza di capitale non mancano (dismissioni, aggregazioni, emissioni di ibridi o un ulteriore aumento di capitale nel 2015), il settore bancario italiano ha confermato una solidità che le deriva da un modello di business orientato all'attività tradizionale, sebbene resti esposto alla debolezza delle condizioni economiche e del mercato immobiliare", concludono gli esperti.

com/fus

marco.fusi@mfdowjones.it

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