Evoluzione dei ricavi con una spinta del margine di interesse, attenzione al costo del rischio e all'asset quality, col possibile annuncio di una pulizia di bilancio e solidi buffer patrimoniali.

Sono queste alcune delle aspettative del mercato circa il piano strategico della Banca Popolare di Sondrio che verrà presentato domattina a Milano a Palazzo Mezzanotte. Il Piano della ex popolare divenuta Spa avrebbe dovuto vedere la luce nei mesi scorsi, ma il Cda lo scorso marzo ha ritenuto prudente rinviarlo - come anticipato da MF-Dowjones - a causa dell'incertezza geopolitica.

La presentazione ora avviene comunque in un contesto di mercato sfidante sul fronte macro, controbilanciato dal beneficio legato all'incremento dei tassi.

Equita ritiene che i principali punti di attenzione saranno l'evoluzione dei ricavi, in particolar modo in relazione alla sensibilità del margine di interesse alla dinamica di rialzo dei tassi e all'andamento delle commissioni. Attenzione anche sul fronte del costo del rischio e dell'asset quality e mantenimento di solidi buffer patrimoniali al fine di garantire ampia flessibilità operativa.

Sul fronte delle aspettative di redditività ieri l'azionista Unipol, per voce dell'a.d. Carlo Cimbri, è stato chiaro: "siamo azionisti di B.P.Sondrio e vorremo vedere" nel nuovo Piano strategico che verrà presentato al mercato mercoledì "quello che vogliono vedere tutti gli azionisti, ovvero una redditività solida e delle prospettive. Sondrio è nostro partner da una decina d'anni, è una banca ben amministrata, con uno dei migliori coefficienti patrimoniali tra le banche di quelle dimensioni in Italia, abbiamo un rapporto consolidato col management", ha detto rispondendo a una domanda di MF-Dowjones. Cimbri ha quindi aperto a un rinnovo della partnership bancassicurativa (anche la bancassurance sarà con ogni probabilità un tassello importante del nuovo business plan).

L'utile netto consolidato di Banca Popolare di Sondrio al 31 marzo 2022 è stato pari a 40,3 milioni di euro rispetto ai 59,3 milioni del periodo di confronto. Il margine di interesse si è attestato a 156,2 milioni, in aumento del 20,8% rispetto al 31 marzo 2021. I costi operativi, spiega una nota, risultano in incremento (+9,9%) e ammontano a 153,7 milioni rispetto ai 139,8 milioni del periodo di confronto. I crediti deteriorati netti cifrano 799 milioni, in decremento rispetto a 837 milioni del 31 dicembre 2021 (-4,5%). Il costo del rischio si attesta a 35 punti base. Il Cet1 ratio phased-in è al 15,3%; ampiamente superiore al requisito Srep pari all'8,56%.

Ora Equita si attende - come detto - l'evoluzione dei ricavi (total income stimati a 1,041 miliardi di euro nel 2023 e a 1,107 miliardi nel 2025 dagli 1,032 miliardi del 2021), in particolar modo in relazione alla sensibilità del margine di interesse, atteso a 590/615 milioni, rispettivamente, nel 2023 e nel 2025 (529 milioni nel 2021), alla dinamica di rialzo dei tassi di interesse e all'andamento delle commissioni (380/412 milioni da 358 milioni del 2021). Equita si aspetta dividendi cumulati per 360 milioni pari al 25% della capitalizzazione di mercato, mentre Mediobanca stima un payout ratio più alto al 50%. Secondo MF la banca punterà nel piano a un ratio Npe lordo del 3,9%.

claudia.cervini@mfdowjones.it

cce/fus

 

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June 28, 2022 11:09 ET (15:09 GMT)

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