Tutti i principali listini europei hanno terminato la seduta in territorio negativo: Ftse Mib -2,4% a 22.328 punti, Dax -1,89%, Cac-40 -1,75%, Ibex -1,71% e Ftse 100 -1,1%.

Ancora una volta la situazione della Grecia ha appesantito i mercati. Nel fine settimana i funzionari europei hanno infatti rifiutato le proposte presentate dal Governo ellenico definendole 'vaghe e ripetitive'. L'Ue ha comunque detto che un accordo è ancora possibile entro fine mese.

I listini sono rimasti in negativo anche dopo il discorso del presidente della Bce, Mario Draghi, che non ha evidenziato particolari novità. Il numero uno della Banca centrale europea ha affermato che i dati e i sondaggi confermano la ripresa moderata dell'Eurozona, che le misure della Banca centrale europea stanno arrivando all'economia, che la ripresa dovrebbe ampliarsi e che il QE continuerá ad essere attuato fino a quando non si avrá la stabilitá dei prezzi.

Sulla situazione della Grecia, Draghi ha detto che la liquiditá data

alle banche ammonta a oltre 118 mld euro, che serve un accordo per Atene e per tutta l'Eurozona e che con una conclusione di successo della revisione del piano di aiuti della Grecia da parte dei creditori internazionali sarebbe possibile reinserire la deroga sul rating dei titoli di Stato ellenici per gli acquisti da parte della Banca centrale europea. In pratica verrebbe meno il limite che impedisce alla Bce di acquistare titoli di Stato greci con il QE.

Il presidente della Bce non poi ha voluto speculare su quelle che sarebbero le conseguenze di lungo termine di un default della Grecia dalla zona euro. "Entreremmo in acque sconosciute", ha precisato il numero, sottolineando che "è impossibile prevedere le conseguenze di lungo termine" di un fallimento della Grecia.

I dati americani pubblicati nel pomeriggio sono stati contrastati: l'indice Empire State Manufacturing è sceso a -1,98 punti dai 3,09 di maggio, ben al di sotto del consenso che si aspettava una risalita a quota 5, mentre l'indice Nahb si è attestato a 59 punti a giugno, in rialzo rispetto al dato di maggio a quota 54 (consenso 56 punti).

Gli investitori attendono il meeting del Fomc di mercoledì e le eventuali indicazioni che emergeranno sul primo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Giovedì ci sarà poi l'Eurogruppo mentre venerdì sono in programma le scadenze tecniche. Il 19 è infatti il terzo venerdì del mese di giugno, in cui cadono le 'tre streghe' (scadenze trimestrali di opzioni e future su titoli e indici).

A piazza Affari in rosso il comparto dei titoli bancari che è stato penalizzato dall'aumento dello spread Btp/Bund (150 punti base): Ubi B. -4,83%, B.Popolare -4,52%, B.Mps -4,12%, Unicredit -3,82%, Mediobanca -3,24%, Intesa Sanpaolo -3,2%, B.P.Milano -3,15% e B.P.E.Romagna -2,79%.

Anche Telecom I. (-2,18% a 1,121 euro) paga l'allargamento del

differenziale sul decennale Btp/Bund.

Yoox (-0,55% a 30,5 euro) ha resistito bene ai cali. JPMorgan (overweight) ha evidenziato che la fusione con Net-A-Porter dovrebbe diventare effettiva tra la fine di settembre e l'inizio di novembre 2015 e che i conti trimestrali di Nap sono stati molto solidi.

Sul resto del listino si segnala Reply (+1,58% a 89,9 euro). Secondo

gli analisti di una primaria casa d'affari alcune dichiarazioni del

management confermano la volontá della societá di crescere all'estero,

non solo in Germania e Gran Bretagna, ma anche in Brasile e negli Stati

Uniti.

Bene Trevi Fin. (-1,18% a 2 euro). La divisione Trevi si è aggiudicata alcune commesse negli Stati Uniti e in Medio Oriente per un importo complessivo di 50 mln euro. In particolare, una commessa è relativa allo One Dalton, una torre di 65 piani a Boston, per cui Treviicos, controllata del gruppo Trevi negli Stati Uniti, si è aggiudicata il pacchetto di lavori di fondazioni.

Acquisti su Ovs (+0,77% a 5,22 euro). Gli analisti di una primaria

casa d'affari hanno sottolineano come le indicazioni della stampa del fine settimana sulla societá siano coerenti con le proprie stime. Gli

esperti confermano la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a

5,65 euro sul titolo e ritengono che Ovs sia una delle societá che

beneficeranno maggiormente dalla ripresa dei consumi domestici.

In rosso invece Alerion (-1,75% a 2,8 euro) che paga lo stacco del

dividendo di 0,045 euro.

sda

susanna.scotto@mfdowjones.it

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