Il governo conta di riuscire quanto prima a confrontarsi con Intel per discutere dell'annunciato maxi investimento da 4,5 miliardi di euro programmato dal gruppo statunitense in Italia. Di fatto, il passaggio dal governo Draghi all'esecutivo presieduto da Giorgia Meloni ha lasciato l'operazione nel limbo.

Nei mesi scorsi indiscrezioni di stampa parlavano di Vigasio, nel veronese, come sito prescelto dal produttore di chip per impiantare il proprio hub italiano per l'imballaggio e l'assemblaggio di semiconduttori. Qualora vedesse effettivamente la luce, la nuova fabbrica potrebbe creare 5.000 nuovi posti di lavoro, 1.500 attraverso assunzioni dirette e i restanti 3.500 nell'indotto.

Nelle intenzioni, scrive MF-Milano Finanza, l'impianto dovrebbe entrare in attività fra 2025 e 2027 e potrà montare semiconduttori su schede madri anche per conto terzi. Il Veneto non è l'unico candidato in lizza. A lungo si è parlato della Puglia e della Sicilia, ipotesi poi sfumate. L'alternativa più accredita alla candidatura di Vigasio è invece quella di Chivaso, in Piemonte.

L'investimento rientra in un più ampio programma della multinazionale per rafforzare la capacità produttiva in Europa. Lo scorso marzo, contestualmente all'investimento italiano, Intel aveva annunciato l'apertura di una mega-fabbrica di semiconduttori in Germania con un investimento da 17 miliardi di euro a Magdeburgo. A questo si accompagnava il potenziamento del centro di ricerca e sviluppo in Francia e un'ulteriore spesa di 13 miliardi per ampliare le strutture in Irlanda.

Nel corso della conferenza stampa di fine anno, la premier ha ammesso che il dossier, definito strategico per il Paese e l'Europa, è uno di quelli che si deve ancora "concretizzare".

La volontà è ora di calendarizzare un incontro con i rappresentati dell'azienda già nei prossimi giorni "per cercare di capire cosa possiamo fare per facilitare l'investimento". In base alle interlocuzioni avute con il passaggio governo l'investimento prevederebbe anche un contributo dello Stato, che secondo alcune indiscrezioni dovrebbe concretizzare con un finanziamento pari al 40%.

A complicare il quadro, nelle ultime settimane la stampa locale tedesca riferiva di possibili ritardi nell'avvio dei programmi in Germania, per via dei rincari e della ridefinizione degli aiuti concessi dallo Stato. Notizie smentite dal sindaco di Magdeburgo.

L'investimento di Intel è in linea con il piano dell'Unione europea per diversificare le fonti di approvvigionamento dei chip, oggi concentrare in Asia. La crisi pandemica ha infatti dimostrato la debolezza di questa catena di fornitura: il blocco delle fabbriche delle principali aziende di semiconduttori ha causato a cascata il fermo produttivo di molte aziende europee.

Diversificazione che per il governo è la parola chiava anche in tema energetico. "Abbiamo appena sbloccato un finanziamento da 350 milioni di euro per collegare l'Italia alla Tunisia, in collaborazione con Terna; il Sud Italia ha un potenziale enorme sulle rinnovabili; e i paesi africani sono tutti interessati a investire in alta tecnologia sul tema dell'approvvigionamento energetico", ha ricordato, spiegando che ora si lavora sulle strettoie dei gasdotti nel Centro Italia.

red

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