"Le lezioni che possiamo apprendere dall'attuale crisi energetica sono due. Da un lato c'è la necessità di recuperare i valori trascurati negli anni precedenti e dall'altro c'è una lezione di realismo nel sopperire alla tradizione. Parlando di elettrico e gas per anni ci siamo concentrati sulle cosiddette 'tre D' e quindi decarbonizzazione, decentralizzazione e digitalizzazione, sottovalutando però la necessità della 'quarta D' ovvero la diversificazione che è l'anticamera di sicurezza dell'approvvigionamento. Come dovrebbe garantirla l'Europa? Sicuramente non con un sovranismo energetico che ci porterebbe solo all'autarchia e dunque a un vicolo cieco, bensì con una gestione dei rischi dell'esportazione. Occorre minimizzare e diversificare i rischi, siamo stati miopi a dipendere per il 40% dalla Russia".

Lo ha detto Guido Bortoni, presidente Cesi già presidente Arera, intervenendo nella seconda giornata di MilanoParigiCapitali, evento organizzato da Class E. dedicato alla città Capitale dei capitali.

"La seconda lezione è il realismo. Credo che ogni transizione non possa essere svolta con degli strappi al tessuto e alla tenuta economica sociale. Questa crisi, che viene chiamata, 'la tempesta perfetta', mostra come oltre la drammatica crisi del gas abbiamo anche altre e diverse crisi che si aggiungono al settore elettrico, come per esempio, la scarsità della disponibilità elettronucleare, la siccità, la scarsa ventosità. Tutti questi fattori si sono concentrati e ora abbiamo davanti la necessità di essere realisti. Ogni transizione avrà pregi e diretti ma ci sono percorsi vieti perché producono strappi troppo forti", conclude Bortoni.

red

 

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September 14, 2022 07:58 ET (11:58 GMT)

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