Una sotto-analisi a posteriori dello studio di fase 3 ESTEEM 1 dimostra che i pazienti con psoriasi a placche, da moderata a grave, trattati con apremilast e che non hanno raggiunto PASI 75, hanno miglioramenti significativi in termini di pelle, prurito e qualità di vita.

I risultati indicano che una valutazione comprensiva delle lesioni cutanee, del prurito e della qualità di vita può offrire ai pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave trattati con apremilast un beneficio significativo.

Un’ulteriore sotto-analisi a posteriori degli studi ESTEEM 1 e 2 (fase 3) e UNVEIL (fase 4) ha rivelato miglioramenti in aree quali cuoio capelluto e unghie con apremilast rispetto a placebo.

Celgene Corporation (NASDAQ:CELG) ha presentato, in occasione del 27° Congresso dell’Accademia Europea di Dermatologia e Venereologia (EADV) in corso a Parigi, i risultati di due sotto-analisi degli studi clinici di apremilast realizzate a posteriori. Le analisi mostrano che, nei pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave, apremilast ha prodotto miglioramenti significativi non individuati dalle misurazioni dell’efficacia terapeutica basate solamente sull’assenza di lesioni, come il Psoriasis Area Severity Index (PASI) 75.

La psoriasi a placche è una patologia multiforme che si manifesta in vari modi. Ciascun paziente vive un’esperienza diversa e molti di loro si preoccupano di effetti che non si limitano alla cute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto pertanto l’esigenza di un modello incentrato sul paziente, spostando l’attenzione dal trattamento delle lesioni cutanee causate dalla psoriasi al soddisfacimento delle esigenze del paziente nel suo complesso.

“Se si considera unicamente la scomparsa delle lesioni cutanee si rischia di non considerare l’effetto della terapia sulla qualità di vita del paziente.”, ha commentato uno degli autori dello studio, il dott. Denis Jullien, Reparto di dermatologia e venereologia dell’Ospedale Edouard Herriot di Lione, Francia. “Per esempio, il prurito, non tenuto in considerazione dal PASI, è menzionato da oltre un terzo dei pazienti quale principale problema per la qualità di vita. Queste ulteriori analisi su apremilast possono fornire informazioni utili sia ai medici che lo prescrivono sia ai pazienti al momento della valutazione delle decisioni relative al trattamento”.

Le evidenze si basano su una sotto-analisi a posteriori dello studio di fase 3 ESTEEM 1 volto a valutare gli esiti clinici e di qualità della vita per i pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave che non hanno conseguito PASI 75 (riduzione del PASI del 75%) nella settimana 32 o 52, ma hanno continuato la terapia con apremilast in tale periodo di tempo (n=203/844).

Dei pazienti che non hanno raggiunto PASI 75 nella settimana 32 o 52, oltre la metà ha comunque conseguito una riduzione del punteggio PASI del 50% (PASI 50) nelle settimane 32 e 52 a seguito del trattamento con apremilast. Tale miglioramento, se considerato insieme a misure della qualità della vita specifiche della patologia, può fornire un’indicazione più completa del beneficio clinico significativo. Per esempio, il prurito, misurato con la Visual Analogue Scale (VAS), si è ridotto di circa il 30% rispetto al basale durante le settimane 4-52 nei pazienti (n=134) trattati con apremilast dall’inizio dello studio e nelle settimane 20-52 nei pazienti (n= 69) che sono passati dal placebo ad apremilast alla settimana 16. La qualità della vita, misurata in base al Dermatology Life Quality Index (DLQI), è migliorata di almeno 5 punti nei due gruppi durante lo stesso periodo di tempo.

Le manifestazioni più visibili della malattia, quali la psoriasi del cuoio capelluto e ungueale, possono avere ripercussioni significative sulla qualità di vita. Un’altra sotto-analisi a posteriori degli studi ESTEEM 1 e 2 e UNVEIL ha esaminato le variazioni della psoriasi del cuoio capelluto e ungueale, congiuntamente alla qualità di vita, a seguito della terapia con apremilast. La sotto-analisi ha valutato pazienti con psoriasi ungueale (n=768 in ESTEEM 1 e 2 e 73 in UNVEIL) ovvero psoriasi del cuoio capelluto da moderata a grave (n=1.049 in ESTEEM 1 e 2 e 129 in UNVEIL) all’inizio della sperimentazione.

In ESTEEM e UNVEIL, alla settimana 32 la psoriasi ungueale era scomparsa [Nail Psoriasis Severity Index (NAPSI)=0] rispettivamente nel 31,3% (n=146/466) dei pazienti che avevano ricevuto apremilast dall’inizio dello studio e nel 36,2% (n=17/47) dei pazienti. Tra i pazienti che dal placebo erano passati ad apremilast alla settimana 16, il 15,5% (n=37/239) e il 26,1% (n=6/23) raggiungeva rispettivamente un punteggio NAPSI pari a 0 alla settimana 32.

Tra i pazienti con psoriasi del cuoio capelluto da moderata a grave al basale, un punteggio equivalente a “cute chiara” o “cute quasi chiara” [Scalp Physician’s Global Assessment (ScPGA) pari a 0 o 1] era ottenuto da percentuali superiori di pazienti in trattamento con apremilast rispetto al placebo alla settimana 16, in entrambe le sperimentazioni: 45,2% (n=351/694) rispetto al 22,5% (n=80/355), rispettivamente, in ESTEEM e 44,1% (n=30/68) rispetto al 33,3% (n=23.3) in UNVEIL.

Tra i pazienti con psoriasi ungueale o psoriasi del cuoio capelluto da moderata a grave al basale, un punteggio DLQI di 0 o 1 è stato raggiunto da una proporzione superiore di pazienti in trattamento con apremilast rispetto al placebo alla settimana 16 [28,7% (n=206/719) rispetto all’8,1% (n= 29/358), rispettivamente, in ESTEEM e 23,7% (n=23/97) rispetto al 10,6% (n=5/47) in UNVEIL].

“Le sperimentazioni cliniche ESTEEM e UNVEIL continuano a fornire informazioni importanti su apremilast per il trattamento della psoriasi e per la qualità di vita di chi è affetto da questa condizione cronica”, ha dichiarato Volker Koscielny, Global Medical Affairs Vice President, Inflammation&Immunology di Celgene. “Le sotto-analisi di UNVEIL ed ESTEEM indicano che pazienti adeguatamente selezionati con psoriasi a placche da moderata a grave e con manifestazioni non limitate alla cute possono trarre giovamento dalla terapia con apremilast”.

La psoriasi

La psoriasi colpisce 125 milioni di persone nel mondo, di cui 14 milioni in Europa e 7,5 milioni negli Stati Uniti. Si tratta di una malattia infiammatoria cronica e sistemica, immuno-mediata, ovvero causata dalla risposta immunitaria dell’organismo.

Spesso le lesioni psoriasiche sono localizzate in regioni prossime alle articolazioni, per esempio i gomiti e le ginocchia, ma possono anche interessare il cuoio capelluto. La psoriasi ungueale rappresenta fino al 50% dei casi di psoriasi. L’84% delle persone affette da psoriasi soffre di prurito e oltre un terzo dei pazienti indica che il prurito è il principale fattore che contribuisce alla malattia.

Circa il 75% delle persone affette da psoriasi ritiene che la malattia abbia ripercussioni negative sulla qualità di vita e l’83% dei pazienti psoriasici nasconde volontariamente i segni visibili della malattia.

Lo studio ESTEEM

ESTEEM 1 e 2 sono due ampi studi registrativi di fase 3 randomizzati, controllati con placebo, che valutano apremilast in pazienti con diagnosi, da almeno 12 mesi prima dello screening, di psoriasi a placche da moderata a grave e candidati a fototerapia e/o terapia sistemica. Circa 1.250 pazienti erano stati randomizzati 2:1 per ricevere apremilast 30 mg due volte al giorno o placebo dopo un iniziale periodo di titolazione di cinque giorni per le prime 16 settimane, seguito da una fase di mantenimento nelle settimane 16-32, in cui i pazienti con placebo sono passati ad apremilast 30 mg due volte al giorno fino alla settimana 32. Il programma prevedeva inoltre una fase randomizzata di sospensione della terapia nelle settimane 32-52 basata sull’iniziale randomizzazione ad apremilast e sulla risposta PASI (Psoriatic Area and Severity Index) (PASI) 75 (ESTEEM 1) o (PASI) 50 (ESTEEM 2) per i pazienti rispondenti alla terapia.

Lo studio UNVEIL

UNVEIL è il primo studio prospettico, randomizzato, controllato per la valutazione dell’efficacia clinica e della sicurezza di apremilast nei pazienti con psoriasi a placche moderata (definita come un coinvolgimento BSA del 5-10% ed sPGA pari a 3 su una scala da 0 a 5), non sottoposti a terapie sistemiche o biologiche in precedenza. I pazienti (n=221) sono stati randomizzati in rapporto 2:1 e hanno ricevuto apremilast 30 mg due volte al giorno o placebo per 16 settimane. È seguita quindi una fase di estensione in aperto durante la quale il gruppo placebo è passato ad apremilast fino alla settimana 52. Tutte le dosi sono state oggetto di titolazione durante la prima settimana di trattamento. All’inizio dello studio oltre l’80% dei pazienti aveva ricevuto in precedenza terapia topica. L’endpoint primario era la variazione media in percentuale rispetto al dato basale del prodotto del punteggio Physician's Global Assessment (PGA) e BSA (percentuale) alla settimana 16.

OTEZLA® (apremilast)

Otezla® è una “small molecule” orale inibitrice della fosfodiesterasi 4 (PDE4) specifica per l’adenosina monofosfato ciclica (cAMP). L’inibizione della PDE4 aumenta i livelli intracellulari di cAMP. Si ritiene che questa risposta regoli in via indiretta la produzione dei mediatori dell’infiammazione1.

Informazioni su Celgene

Celgene Corporation, con sede a Summit, New Jersey, è una società farmaceutica globale impegnata principalmente in ricerca, sviluppo e commercializzazione di terapie innovative per il trattamento di neoplasie e patologie infiammatorie tramite omeostasi delle proteine, immuno-oncologia, epigenetica, immunologia e neuro-infiammazione. Per ulteriori informazioni visitare il sito www.celgene.com e segui Celgene sui social media: @Celgene, Pinterest, LinkedIn, Facebook e YouTube.

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1 (PH Schafer et al. Apremilast, a cAMP phosphodiesterase-4 inhibitor, demonstrates anti-inflammatory activity in vitro and in a model of psoriasis. British Journal of Pharmacology (2010), 159, 842–855)

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